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- I sindacati chiedono un aumento di 360 euro lordi mensili.
- Federfarma offre 180 euro, ritenuti insufficienti dai sindacati.
- Circa 76.000 lavoratori sono coinvolti, inclusi 58.000 farmacisti.
Il settore farmaceutico italiano è in fermento a causa del protrarsi delle negoziazioni per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) dei dipendenti delle farmacie private. Un braccio di ferro che vede contrapposti Federfarma, l’associazione dei titolari di farmacie, e i sindacati Filcams, Fisascat e Uiltucs, con sullo sfondo le esigenze di circa 76.000 lavoratori, tra cui 58.000 farmacisti. La posta in gioco è alta: il riconoscimento del valore professionale dei farmacisti e la tutela del loro potere d’acquisto, eroso dall’inflazione degli ultimi anni.
Il nodo cruciale: l’aumento salariale
Il punto di maggiore attrito è, senza dubbio, l’aumento salariale. I sindacati rivendicano un incremento di 360 euro lordi mensili, cifra ritenuta necessaria per compensare la perdita di potere d’acquisto subita dai lavoratori nel triennio 2021-2024. Federfarma, inizialmente ferma su una proposta di 120 euro, ha alzato l’offerta a 180 euro, un passo avanti considerato ancora insufficiente dalle sigle sindacali.
La Uiltucs, in particolare, ha ribadito con forza che i 360 euro rappresentano un diritto, non una concessione. La segretaria nazionale Marianna Flauto ha sottolineato come la richiesta sindacale si basi su “numeri, dati e sulla realtà dei fatti”, evidenziando la necessità di riconoscere il valore del lavoro e la professionalità dei farmacisti, che ogni giorno garantiscono un servizio essenziale per il Paese.

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La farmacia dei servizi e il ruolo del farmacista
Al di là della questione salariale, emerge la volontà condivisa di valorizzare il ruolo del farmacista nel contesto della riorganizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale. Sia Federfarma che la Fofi (Federazione Ordini Farmacisti Italiani) riconoscono l’evoluzione della farmacia in “farmacia dei servizi”, un presidio sanitario di prossimità in grado di offrire una gamma sempre più ampia di prestazioni, dalla dispensazione dei farmaci ai servizi di telemedicina, screening e vaccinazioni.
Marco Cossolo, presidente di Federfarma, ha evidenziato come i farmacisti che collaborano siano una risorsa professionale estremamente preziosa per lo sviluppo di una farmacia in grado di rispondere efficacemente alle diverse necessità sanitarie della popolazione. Tuttavia, resta da definire come questo riconoscimento si tradurrà in termini economici e di benefit per i lavoratori.
Mobilitazione e prospettive future
Di fronte alla distanza tra le posizioni, i sindacati hanno intensificato la mobilitazione, con presidi in tutta Italia e la proclamazione di scioperi regionali. Il segretario regionale della Uiltucs Sardegna, Cristiano Ardau, ha denunciato un clima “surreale” al tavolo negoziale, accusando Federfarma di “fare finta di trattare” e di subordinare qualsiasi aumento alla “sostenibilità economica” delle singole farmacie.
Nonostante le tensioni, le parti hanno concordato un’agenda di incontri per il mese di ottobre, con l’obiettivo di trovare una sintesi che soddisfi le esigenze dei lavoratori e la sostenibilità delle imprese. La partita è ancora aperta, e il futuro del CCNL dei dipendenti delle farmacie private resta incerto.
Un contratto per il futuro: tra dignità e sostenibilità
La vertenza per il rinnovo del contratto dei farmacisti non è solo una questione economica, ma un banco di prova per il futuro della professione. È necessario trovare un equilibrio tra la giusta retribuzione per i lavoratori e la sostenibilità delle farmacie, soprattutto in un contesto di trasformazione del sistema sanitario.
Un’innovazione farmaceutica di base in questo contesto potrebbe consistere nell’implementazione di modelli di remunerazione che incentivino la farmacia dei servizi, premiando le prestazioni aggiuntive offerte ai cittadini. Questo permetterebbe di valorizzare il ruolo del farmacista come professionista sanitario a tutto tondo, non solo come dispensatore di farmaci.
Un’innovazione più avanzata potrebbe riguardare la creazione di un fondo di solidarietà alimentato da una quota dei ricavi delle farmacie, destinato a sostenere le realtà più piccole e in difficoltà. Questo garantirebbe una maggiore equità nel settore e permetterebbe a tutte le farmacie di investire nella formazione del personale e nell’offerta di servizi innovativi.
Riflettiamo: il futuro della farmacia dipende dalla capacità di valorizzare il capitale umano, investendo nella formazione e nella retribuzione dei farmacisti. Solo così sarà possibile garantire un servizio di qualità ai cittadini e affrontare le sfide del futuro.