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- Decesso di Fresia nel 2019, condanna dopo 5 anni.
- Risarcimento di circa 1 milione di euro per la famiglia.
- Somministrata dose eccessiva di ketamina e midazolam.
La città di Torino è scossa da una vicenda che solleva interrogativi profondi sull’appropriatezza dei trattamenti sanitari d’urgenza. Il 25 ottobre 2019, Giovanni Luigi Fresia, un uomo di 59 anni, perse la vita a seguito di un intervento del servizio di emergenza 118. A distanza di cinque anni, il Tribunale civile di Torino ha emesso una sentenza che condanna l’azienda sanitaria Città della Salute a risarcire la famiglia Fresia con una somma di circa un milione di euro. La decisione giudiziaria mette in luce le criticità nella gestione del caso e riapre il dibattito sulla sicurezza dei pazienti durante i trasporti sanitari.
La Sequenza Fatale degli Eventi
La sera del 25 ottobre 2019, Giovanni Luigi Fresia, affetto da un disturbo della personalità, avverte un malore e chiede alla moglie di allertare il 118. All’arrivo dei sanitari, l’uomo esprime il desiderio di essere condotto all’ospedale Martini, dove era già in cura. Tuttavia, l’ambulanza si dirige verso l’ospedale di Rivoli, considerato il presidio di competenza territoriale. Durante il trasporto, a causa del suo stato di agitazione, i medici somministrano a Fresia una dose massiccia di ketamina e midazolam, due farmaci sedativi. L’uomo viene posizionato in posizione supina sulla barella. Durante il tragitto, Fresia rigurgita e, a causa della sedazione profonda, aspira il vomito, entrando in arresto cardiocircolatorio per soffocamento meccanico. Nonostante il tempestivo arrivo all’ospedale di Rivoli, Fresia muore 12 ore dopo.
- È confortante vedere che la giustizia ha fatto il suo corso... ⚖️...
- Un errore imperdonabile, una perdita evitabile... 😔...
- E se l'ospedale Martini fosse stata la scelta giusta fin dall'inizio...? 🤔...
Le Criticità del Trattamento Sanitario
La sentenza del Tribunale civile di Torino ha evidenziato una serie di errori procedurali da parte degli operatori del 118. Pur riconoscendo la necessità di sedare il paziente a causa del suo stato di agitazione, il giudice ha contestato la scelta dei farmaci, la dose eccessiva somministrata e, soprattutto, la mancata adozione di misure per proteggere le vie respiratorie del paziente. I sanitari avrebbero dovuto posizionare Fresia su un fianco e provvedere all’intubazione per prevenire l’aspirazione del vomito. L’omissione di queste precauzioni è stata ritenuta determinante nel causare il decesso dell’uomo. La vicenda di Fresia richiama alla mente il caso di Andrea Soldi, un uomo morto durante un trattamento sanitario obbligatorio (TSO) nell’agosto 2015, sollevando interrogativi sulla gestione dei pazienti psichiatrici in situazioni di emergenza.

Le Reazioni e le Implicazioni Legali
La sentenza del Tribunale civile di Torino ha suscitato reazioni contrastanti. La famiglia di Giovanni Luigi Fresia ha espresso sollievo per il riconoscimento delle responsabilità mediche, auspicando che la vicenda possa servire da monito per evitare futuri errori. Gli avvocati della famiglia, Renato Ambrosio, Ludovica Ambrosio e Riccardo Catalano, hanno sottolineato l’importanza di ottenere giustizia per i cittadini che si affidano al sistema sanitario pubblico. L’avvocato Renato Ambrosio ha espresso rammarico per il fatto che la gestione del servizio sanitario sia affidata a un’assicurazione francese, i cui interessi economici potrebbero prevalere sulla tutela dei pazienti. L’avvocato Riccardo Catalano ha auspicato che la sentenza possa contribuire a un miglioramento del sistema sanitario, mentre l’avvocata Ludovica Ambrosio ha sottolineato come la pronuncia restituisca dignità e voce a una persona che ha perso la vita a causa di un errore professionale. Sul fronte penale, il fascicolo d’inchiesta aperto nel 2019 sulla morte di Fresia è stato archiviato.
Giustizia per Giovanni Luigi Fresia: Un Monito per il Futuro del Sistema Sanitario
La tragica vicenda di Giovanni Luigi Fresia, culminata con la sentenza di condanna per l’azienda sanitaria Città della Salute, rappresenta un punto di svolta nella riflessione sulla gestione delle emergenze sanitarie e sulla tutela dei diritti dei pazienti. La morte di Fresia, causata da una serie di errori procedurali durante il trasporto in ambulanza, ha messo in luce le criticità di un sistema che, in alcuni casi, sembra privilegiare la rapidità dell’intervento a scapito della sicurezza del paziente. La sentenza del Tribunale civile di Torino, pur non potendo restituire la vita a Fresia, rappresenta un importante passo avanti verso la giustizia e la responsabilizzazione degli operatori sanitari. Si spera che questa vicenda possa servire da monito per il futuro, affinché simili tragedie non si ripetano più.
Amici, riflettiamo un attimo su questa storia. L’innovazione farmaceutica non si limita allo sviluppo di nuovi farmaci, ma comprende anche la corretta somministrazione e la gestione delle emergenze. Un business case farmaceutico moderno deve considerare non solo l’efficacia dei farmaci, ma anche la sicurezza del paziente e la formazione del personale sanitario.
Un concetto base di innovazione farmaceutica è la farmacovigilanza, ovvero il monitoraggio continuo dei farmaci per identificare eventuali effetti avversi e migliorare la sicurezza del paziente. Un concetto più avanzato è la medicina personalizzata, che mira a adattare il trattamento farmacologico alle caratteristiche individuali del paziente, massimizzando l’efficacia e minimizzando i rischi.
Questa vicenda ci invita a riflettere sulla responsabilità degli operatori sanitari e sulla necessità di un sistema sanitario che metta al centro la persona, garantendo cure appropriate e sicure per tutti.