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- Il 97% delle cause contro i medici si conclude con archiviazione.
- La medicina difensiva costa oltre 10 miliardi di euro.
- Perseguibilità penale solo in caso di colpa grave rispettando le linee guida.
Questa iniziativa, attesa da tempo dalle categorie professionali mediche, si propone di contenere il volume delle vertenze giudiziarie a carico dei sanitari, spesso percepite come sproporzionate e onerose.
La genesi dello scudo penale
L’origine di questo provvedimento risiede nella percezione, largamente diffusa tra i professionisti del settore sanitario, di essere eccessivamente esposti a contenziosi legali. Si stima che il _97%_ di queste cause si concluda con un’archiviazione, ma il solo fatto di dover affrontare un processo comporta costi assicurativi e legali elevati, oltre a incentivare la cosiddetta “medicina difensiva”. Quest’ultima si traduce nella prescrizione di esami diagnostici spesso superflui, al solo scopo di tutelare il medico da possibili contestazioni. Il costo stimato di questa pratica supera i *dieci miliardi di euro*.
Il governo aveva già affrontato la questione all’inizio di agosto 2025, ma le divergenze tra il Ministero della Salute e quello della Giustizia avevano portato a un rinvio. La soluzione adottata rappresenta un compromesso: lo scudo penale si applica a tutte le attività sanitarie, e non solo ai casi di “speciale difficoltà”, ma la definizione di “colpa grave” rimane non specificata nella delega.
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I punti chiave del provvedimento
Dopo l’approvazione del Parlamento e l’emanazione dei decreti attuativi, il personale sanitario sarà perseguibile penalmente solo in caso di colpa “grave”, a condizione che siano state rispettate le “linee guida” e le “buone pratiche clinico-assistenziali”. Nell’esaminare la responsabilità, si dovrà tenere conto anche della carenza di personale e materiali disponibili, nonché delle potenziali inefficienze organizzative.

I ministri Schillaci e Nordio hanno sottolineato che l’obiettivo non è favorire l’impunità, ma consentire ai medici di operare con maggiore serenità. L’Ordine dei Medici, per voce del presidente Filippo Anelli, ha espresso un parere favorevole, evidenziando che il provvedimento non pregiudica i risarcimenti ai cittadini in sede civile.
Le criticità e le reazioni
Non mancano, tuttavia, le voci critiche. Il sindacato degli ospedalieri Cimo-Fesmed lamenta la scarsa chiarezza sulla definizione di “colpa grave”, che rischia di lasciare al giudice la decisione caso per caso. Secondo il segretario Guido Quici, ciò potrebbe non comportare alcun cambiamento concreto per i medici in caso di contenzioso. L’opposizione, per voce della capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella, critica il riferimento alla scarsità di risorse, considerandolo un modo per legittimare lo stato di abbandono della sanità pubblica.
Altre decisioni del CdM
Oltre allo scudo penale, il CdM ha approvato anche la riforma dell’esame di maturità, che prevede la bocciatura per chi non svolge regolarmente la prova orale. Inoltre, è stato emanato un decreto-legge contenente disposizioni urgenti relative all’ingresso regolamentato di lavoratori e cittadini stranieri, nonché alla gestione dei flussi migratori. Rinviato, invece, l’esame della riforma sui commercialisti.
Verso una maggiore serenità per i medici?
Il provvedimento sullo scudo penale rappresenta un tentativo di bilanciare la tutela dei pazienti con la necessità di garantire ai medici un ambiente di lavoro più sereno. Resta da vedere se la sua applicazione pratica riuscirà a raggiungere questo obiettivo, superando le criticità sollevate e fornendo una definizione chiara e univoca di “colpa grave”.
Un concetto base di innovazione farmaceutica e business case farmaceutiche applicabile a questo tema è la gestione del rischio legale. Le aziende farmaceutiche e le strutture sanitarie devono investire in programmi di formazione e protocolli clinici rigorosi per minimizzare il rischio di errori medici e contenziosi. Questo non solo protegge i professionisti sanitari, ma migliora anche la qualità dell’assistenza e la fiducia dei pazienti.
Un concetto più avanzato è l’implementazione di sistemi di intelligenza artificiale per l’analisi dei dati clinici e la prevenzione degli errori. Questi sistemi possono identificare modelli di rischio e suggerire interventi preventivi, riducendo la probabilità di eventi avversi e, di conseguenza, di azioni legali.
Riflettiamo: lo scudo penale è una soluzione sufficiente? Non rischia di creare un divario tra la responsabilità dei medici e la tutela dei pazienti? Forse la vera innovazione risiede in un approccio più olistico, che combini la protezione legale con la prevenzione degli errori e il miglioramento continuo della qualità dell’assistenza.