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- Farmacisti in piazza a Ravenna: quasi 200 in protesta.
- Aumento di 120 euro in tre anni ritenuto inaccettabile.
- Conasfa chiede un vero contratto sanitario, non solo indennità.
Oggi, 24 giugno 2025, le farmacie italiane sono al centro di agitazioni e cambiamenti, con i farmacisti non titolari che chiedono con insistenza una giusta considerazione della loro importanza nel sistema sanitario e protestano contro proposte di aumento salariale giudicate insufficienti.
Farmacisti in Piazza: La Protesta a Ravenna
Quasi 200 professionisti e collaboratori si sono radunati davanti alla sede di Federfarma a Ravenna, manifestando il loro disaccordo nei confronti della proposta di adeguamento retributivo presentata dalle associazioni dei datori di lavoro. La somma di 120 euro dilazionata in tre anni è stata definita “inaccettabile” e “quasi offensiva” dalle organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil.
I manifestanti, molti dei quali indossavano il camice, hanno espresso la loro frustrazione per una situazione che non tiene conto del crescente impegno e della maggiore preparazione richiesta dalla farmacia dei servizi. “Un aumento di quest’entità non è accettabile per la dignità e la tutela dei lavoratori,” hanno dichiarato i sindacalisti, rimarcando come i farmacisti siano sempre più coinvolti in operazioni quali elettrocardiogrammi, test diagnostici e somministrazioni per via iniettiva. La manifestazione di Ravenna rappresenta solo l’inizio di una mobilitazione più estesa, con eventi programmati a livello regionale in tutte le province fino a quando non si raggiungerà un’intesa appagante.

- Finalmente qualcuno che si batte per i farmacisti... 💪...
- 120 euro in tre anni? Praticamente una miseria... 😡...
- E se invece i farmacisti diventassero 'consulenti' a domicilio... 🤔...
Un Contratto Sanitario “Per Missione, Non Per Moda”
Angela Noferi, presidente di Conasfa, ha sottolineato con enfasi l’urgenza di un vero contratto sanitario per i farmacisti, che ne stabilisca il ruolo professionale al di là delle circostanze contingenti. Secondo il suo parere, è indispensabile che l’accordo nazionale di lavoro riconosca pienamente la funzione sanitaria dei farmacisti, a prescindere dalla fornitura di servizi specifici.
Conasfa, pur non partecipando alle negoziazioni, segue attentamente le dinamiche sindacali e ritiene che il contratto dei farmacisti debba avere una natura sanitaria, restituendo dignità e coerenza alla professione. “Siamo professionisti del farmaco, non intermediari,” ha ribadito Noferi, mettendo in luce come l’interpretazione delle prescrizioni mediche, la gestione delle interazioni tra farmaci, la promozione dell’aderenza alle terapie e il contributo alla farmacovigilanza siano compiti che i farmacisti hanno sempre svolto.
Noferi ha inoltre espresso dubbi sulla proposta di una specifica indennità sanitaria presentata dall’Ordine dei Farmacisti di Roma, ritenendola inadeguata. A suo avviso, è necessario un cambiamento più radicale che coinvolga tutti i farmacisti, e non soltanto coloro che esercitano attività correlate alla farmacia dei servizi.
Sostenibilità e Redistribuzione delle Risorse
Un tema centrale evidenziato da Conasfa riguarda la sostenibilità del sistema e la suddivisione dei fondi. Noferi ha ricordato che, in passato, le richieste di miglioramenti contrattuali erano state rimandate in attesa del rinnovo della Convenzione. Ora che la Convenzione è stata rinnovata e i fondi sono stati stanziati, è fondamentale che una parte di questi sia destinata anche ai lavoratori subordinati.
Noferi ha evidenziato che non si può presumere che i fondi siano esclusivamente per investimenti in beni strumentali, in quanto, in assenza di risorse umane adeguate, tali investimenti risulterebbero vani. L’introduzione dei servizi in farmacia implica un nuovo assetto organizzativo, con un aumento del personale e una diversa gestione logistica, e ciò richiede necessariamente un investimento nelle persone.
La presidente di Conasfa ha inoltre evidenziato come lo sviluppo della farmacia dei servizi non sia stato uniforme in tutto il territorio nazionale, con alcune aree che hanno recepito i servizi in convenzione e altre che non l’hanno fatto. Ciononostante, ha ribadito che la tutela contrattuale deve essere estesa a tutti i farmacisti, a prescindere dall’erogazione di tali servizi.
Verso un Futuro di Riconoscimento e Valorizzazione: La Sfida del CCNL
La situazione attuale del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per i farmacisti non titolari rappresenta un momento cruciale per il futuro della professione. Le proteste, le richieste e le differenti posizioni in campo evidenziano l’importanza di un dialogo costruttivo tra le parti, al fine di individuare soluzioni che considerino le esigenze dei lavoratori e la tenuta del sistema farmaceutico. Il riconoscimento del ruolo sanitario dei farmacisti, la valorizzazione delle loro competenze e la redistribuzione delle risorse sono fattori essenziali per assicurare un futuro di crescita e sviluppo per la farmacia italiana.
Amici lettori, riflettiamo un attimo. Nel contesto dell’innovazione farmaceutica e dei business case farmaceutici moderni, il riconoscimento del ruolo del farmacista non è solo una questione di stipendio, ma una necessità strategica. Un farmacista motivato e adeguatamente retribuito è un professionista più propenso a investire nella propria formazione continua, a offrire servizi di alta qualità e a contribuire attivamente all’innovazione nel settore.
Una nozione base di innovazione farmaceutica ci dice che il successo di un nuovo farmaco o servizio dipende in larga misura dalla capacità del farmacista di comunicarne i benefici e di supportare i pazienti nell’aderenza terapeutica. Un farmacista demotivato o sovraccarico di lavoro difficilmente potrà svolgere questo ruolo in modo efficace.
Una nozione avanzata, invece, ci porta a considerare il farmacista come un nodo cruciale nella rete di health innovation*. La sua posizione privilegiata a contatto con i pazienti gli permette di raccogliere dati preziosi sull’efficacia dei trattamenti, di identificare nuove esigenze e di contribuire allo sviluppo di soluzioni innovative. Un contratto che valorizzi il ruolo del farmacista è quindi un investimento nel futuro dell’innovazione farmaceutica.
Vi invito a riflettere su questo: cosa succederebbe se ogni farmacista in Italia si sentisse pienamente riconosciuto e valorizzato per il proprio lavoro? Quali nuove idee e soluzioni potrebbero emergere? Forse è il momento di smettere di considerare il farmacista come un semplice dispensatore di farmaci e di iniziare a vederlo come un vero e proprio motore di innovazione nel settore sanitario.