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Allarme vaccini: cosa si nasconde dietro i dati ufficiali?

Un'indagine rivela una potenziale sottostima dei rischi vaccinali e solleva interrogativi sulla sicurezza e trasparenza delle informazioni fornite ai genitori. Approfondiamo le implicazioni della Legge Lorenzin e le sue conseguenze sulla salute dei bambini.
  • Monitoraggio in Puglia: eventi avversi severi al 40,69 per mille.
  • Segnalazione spontanea: incidenza di soli 0,12 per mille.
  • Commissione Parlamentare: fino a 14 componenti tossici nei vaccini.

Si evidenzia una potenziale sottostima dei rischi vaccinali, con particolare riferimento alla Legge Lorenzin e alle sue implicazioni sulla salute dei bambini.

Differenza nei Dati e Monitoraggio Proattivo

Un resoconto pubblicato dalla Regione Puglia, frutto di un progetto di monitoraggio attivo condotto tra il 2013 e il 2017 su un campione di 1.672 bambini, ha messo in luce un’incidenza di eventi avversi severi legati alle vaccinazioni pari al 40,69 per mille. Questa cifra si discosta notevolmente dalle dichiarazioni ufficiali, che indicano un’incidenza molto inferiore, spesso stimata in un caso su un milione. La discrepanza tra i dati derivanti dal monitoraggio proattivo e quelli della farmacovigilanza tradizionale è marcata: nel medesimo arco temporale, il sistema di segnalazione spontanea ha registrato un’incidenza di appena 0,12 per mille. Questa differenza suggerisce una potenziale e diffusa sottovalutazione degli eventi avversi di grave entità. L’importanza del monitoraggio attivo è ribadita dal “Report Sorveglianza Attiva MPRV 2017-2018” dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale della Puglia, che conferma la validità dei dati precedenti e sottolinea la necessità di un controllo più rigoroso.

Cosa ne pensi?
  • Finalmente un articolo che solleva dubbi legittimi sui vaccini... 👏...
  • Articolo allarmista e fuorviante, basato su dati incompleti... 😠...
  • E se il problema non fosse il vaccino, ma la sua combinazione con...? 🤔...

Le Conclusioni della Commissione Parlamentare sui Militari

I risultati della IV Commissione Parlamentare d’inchiesta sui casi di decesso e di gravi affezioni che hanno colpito il personale militare, presentati il 7 febbraio 2018, rinforzano l’idea di una possibile sottostima dei pericoli connessi alle vaccinazioni. La Commissione ha esaminato le cause di gravi patologie e morti tra i militari, considerando una pluralità di fattori di rischio. Formata da 19 parlamentari e 33 consulenti esterni, la Commissione ha affermato che la pratica della vaccinazione può comportare pericoli di soppressione del sistema immunitario, iperreattività immunitaria, sviluppo di malattie autoimmuni e ipersensibilità. In particolare, ha posto l’accento sul fatto che l’inoculazione simultanea di un numero superiore a 5 vaccini può indurre stress ossidativo a livello del DNA e causare conseguenze severe per la salute. La Commissione ha suggerito l’utilizzo di vaccini con un solo componente (monovalenti) e in dosi singole (monodosi), non superando le 5 iniezioni contemporanee, in linea con il principio di cautela. Ha altresì sottolineato la necessità di eseguire approfonditi esami preventivi, una valutazione personalizzata dei rischi e un monitoraggio periodico a lungo termine per ogni individuo vaccinato. L’analisi delle sostanze presenti nei vaccini ha evidenziato la presenza di 14 componenti tossici o potenzialmente nocivi e 22 componenti in grado di scatenare reazioni allergiche, oltre a impurità di origine biologica. La Commissione Parlamentare ha concluso che “vi sia una associazione statisticamente significativa tra patologie neoplastiche e linfoproliferative, e altre patologie (es. quelle autoimmuni), e la somministrazione dei vaccini secondo la profilassi vaccinale militare”, ritenendo di “non poter escludere il nesso di causa”.

Il Caso di S. C. e le Difficoltà nel Riconoscimento del Danno Vaccinale

La vicenda di S. C., un bambino di 14 mesi vaccinato nel maggio 2007 con una dose di trivalente MPR e la terza dose dell’esavalente, esemplifica le complessità nel riconoscimento dei danni attribuibili alle vaccinazioni. Successivamente alle inoculazioni, S. C. ha manifestato una grave ipoacusia neurosensoriale bilaterale. La famiglia ha affrontato un estenuante percorso legale, durato 17 anni, per ottenere un risarcimento. Il Tribunale di Torre Annunziata ha disposto tre perizie medico-legali, i cui esiti sono risultati divergenti. La prima ipotizzava un possibile ruolo del vaccino nella sordità, la seconda lo escludeva, e la terza parlava di un rapporto “probabile”, ma non quantificabile con precisione. Il Tribunale non ha accolto la domanda di risarcimento, motivando la decisione con l’assenza di “prove definitive”. Nel 2024, la Corte d’Appello di Napoli ha confermato la sentenza di primo grado. La decisione ha elencato i criteri per stabilire un legame causale, ma la loro applicazione è apparsa come un esercizio puramente teorico, distante dalla pratica. La famiglia si è trovata senza giustizia, e il sistema si è blindato dietro principi astratti. Nell’ambito del diritto civile, per ottenere un risarcimento è sufficiente dimostrare che un evento è “più probabile che non” correlato alla causa presunta. Tuttavia, nel contesto delle vaccinazioni, ciò si trasforma in un’impresa quasi irrealizzabile. La medicina legale si basa su dati statistici che tendono a favorire le case farmaceutiche, dato che gli eventi avversi di grave entità sono rari. La Corte d’Appello si è attenuta ai criteri stabiliti dalla medicina legale, ma in concreto chi decide se tali criteri sono soddisfatti? Sono i periti nominati dai giudici, spesso con legami con università, agenzie regolatorie o le stesse imprese farmaceutiche interessate.

Verso Maggiore Chiarezza e Responsabilità

La convergenza di elementi probatori – la massiccia sottostima delle reazioni avverse gravi rilevata dal monitoraggio proattivo in Puglia e le preoccupanti correlazioni tra vaccinazioni e patologie severe riscontrate dalla Commissione Parlamentare sui militari, considerando l’utilizzo degli stessi vaccini nella popolazione infantile – solleva questioni di rilevanza nazionale. Se un sistema di monitoraggio attivo, implementato in una singola regione, è in grado di rivelare una situazione così distante dalle comunicazioni ufficiali, e se un’indagine parlamentare mette in luce rischi significativi associati agli stessi prodotti, come possiamo avere fiducia nella sicurezza e nella completezza delle informazioni a livello generale? In questo scenario caratterizzato da dati discordanti e informazioni parziali, è legittimo chiedersi anche in che modo tali lacune possano influenzare le decisioni prese in altri contesti, come quello giudiziario. Quando i tribunali sono chiamati a esprimersi in merito alla vaccinazione dei minori, la mancanza di un quadro completo e trasparente sulle effettive percentuali di reazioni avverse può, inavvertitamente, portare a decisioni basate su un’informazione incompleta riguardo al rapporto rischio/beneficio, con conseguenti ripercussioni sulla vita e sulla salute dei bambini. È un obbligo delle autorità sanitarie fornire ai genitori un quadro esaustivo dei rischi e dei benefici, basato su dati concreti e non su stime insufficienti. L’esigenza di rivedere e rafforzare i sistemi di monitoraggio a livello nazionale non può più essere rimandata. Infatti, un’informazione non chiara e fedele alla realtà mette a repentaglio la vita e la salute di molti bambini.

Responsabilità Sociale e Innovazione Farmaceutica: Un Nuovo Approccio

Amici lettori, riflettiamo insieme su quanto emerso. L’innovazione farmaceutica non può limitarsi alla creazione di nuovi farmaci, ma deve abbracciare un approccio olistico che includa la trasparenza, la sorveglianza attiva e la responsabilità sociale. Un business case farmaceutico moderno deve considerare non solo il profitto, ma anche l’impatto sulla salute pubblica e la fiducia dei cittadini.
Una nozione base di innovazione farmaceutica applicabile a questo tema è la
farmacovigilanza attiva, ovvero un sistema di monitoraggio continuo e proattivo degli effetti dei farmaci, che va oltre la semplice segnalazione spontanea. Questo approccio permette di identificare tempestivamente eventuali reazioni avverse e di adottare misure correttive.

Una nozione avanzata è la valutazione del rischio-beneficio personalizzata, che tiene conto delle caratteristiche individuali di ogni paziente, come la predisposizione genetica, lo stile di vita e la storia clinica. Questo approccio permette di ottimizzare l’efficacia dei farmaci e di ridurre al minimo il rischio di effetti indesiderati.

Siamo di fronte a un bivio: continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto o affrontare la realtà con coraggio e trasparenza? La salute dei nostri bambini è un bene troppo prezioso per essere sacrificato sull’altare degli interessi economici. È tempo di un cambiamento radicale, di un nuovo paradigma che metta al centro la persona e la sua dignità. Solo così potremo costruire un futuro in cui la scienza e la tecnologia siano al servizio dell’umanità, e non viceversa.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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