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- Oltre 40.000 persone hanno trovato rifugio a Tine da aprile 2025.
- 29%: tasso di malnutrizione infantile nel campo di Tine.
- 900 consultazioni mediche settimanali effettuate da MSF a Tine.
- MSF eroga 60.000 litri d'acqua al giorno, coprendo solo metà del fabbisogno.
- MSF ha assistito 659 sopravvissuti ad aggressioni sessuali (2024-2025).
La situazione al confine tra Ciad e Sudan ha raggiunto livelli critici, con un’ondata di rifugiati in fuga dalle violenze nel Darfur settentrionale. Medici Senza Frontiere (MSF) sta intensificando i propri sforzi per fornire assistenza a queste persone vulnerabili, ammassate nei campi di transito di Tine e nelle aree circostanti. Si stima che, a partire dalla fine di aprile 2025, circa 40.000 persone, tra cui molti originari di El Fasher e provenienti da campi per sfollati interni, abbiano trovato riparo a Tine, situata nella provincia di Wadi Fira.
Questi rifugiati, in maggioranza donne e bambini, vivono in condizioni di sovraffollamento e con accesso limitato ai servizi essenziali. Molti sono malnutriti e traumatizzati dalle violenze subite durante il conflitto e il viaggio verso il Ciad. La situazione è particolarmente grave per coloro che provengono dal campo di Zamzam, dove, secondo il Comitato di Revisione sulla Carestia (FRC), è in corso una carestia da mesi.

Condizioni disperate nei campi di transito
Il campo di transito di Tine ospita attualmente oltre 18.000 persone, molte delle quali costrette a dormire a terra, esposte al sole cocente con temperature che raggiungono i 40°C. L’accesso a cibo e acqua è estremamente limitato, nonostante l’aiuto delle comunità locali. MSF ha rafforzato le proprie attività mediche e umanitarie per rispondere all’emergenza, potenziando i servizi di assistenza sanitaria primaria.
Negli ultimi sette giorni, MSF ha effettuato più di 900 consultazioni mediche a settimana presso il presidio sanitario situato nel campo di Tine. Le statistiche indicano un tasso di malnutrizione generale tra i bambini al di sotto dei 5 anni pari al 29%, con il 9% dei casi classificati come malnutrizione severa. Le vaccinazioni di routine rappresentano una priorità, con una vasta campagna di immunizzazione in atto per contrastare la diffusione del morbillo. Il centro sanitario di MSF fornisce assistenza anche alle donne in attesa e a coloro che sono sopravvissute a violenze sessuali.
I gruppi di MSF stanno organizzando il trasferimento dei pazienti più critici verso le strutture ospedaliere e la distribuzione di alimenti terapeutici e beni di prima necessità. Attualmente, vengono erogati 60.000 litri d’acqua ogni giorno, ma tale volume copre solo la metà del fabbisogno.
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- È inaccettabile che nel 2025 ci siano ancora......
- E se invece di inviare aiuti umanitari ci concentrassimo......
L’appello di MSF alla comunità internazionale
Claire San Filippo, coordinatrice delle emergenze di MSF in Sudan, ha rivolto un accorato appello a donatori, Nazioni Unite e altre organizzazioni umanitarie affinché incrementino la mobilitazione per offrire supporto in termini di nutrimento, riparo, servizi igienico-sanitari e assistenza medica, incluso il sostegno alla salute mentale. San Filippo ha messo in evidenza come l’attuale risposta umanitaria sia insufficiente e come la prossima stagione delle piogge rischi di peggiorare ulteriormente le condizioni di vita, favorendo la diffusione di malattie e aggravando la mancanza di sicurezza alimentare e di servizi igienici.
Nonostante la solidarietà dimostrata dalla popolazione locale e da altre organizzazioni, la distribuzione degli aiuti rimane limitata a causa della crisi finanziaria che colpisce il settore umanitario. Il conflitto in Sudan prosegue senza tregua, costringendo un numero crescente di persone a cercare rifugio in Ciad.
Oltre al campo di Tine, MSF è presente in altre aree di accoglienza nella regione di Wadi Fira, inclusa la struttura di Iridimi, destinata ai rifugiati precedentemente situati nel campo di transito di Tine. In aggiunta al campo di Tine, MSF si occupa anche di altri siti per rifugiati nella zona di Wadi Fira, tra cui quello di Iridimi, che accoglie i profughi trasferiti dal campo di transito di Tine. Per migliorare la situazione nel campo di Iridimi, MSF ha iniziato a sostenere il centro sanitario locale, concentrandosi sulla continuità delle cure primarie e delle immunizzazioni, sul potenziamento della sorveglianza epidemiologica e sulla gestione dei flussi di pazienti. Lungo il confine con il Sudan, nelle zone di Kulbus e Birak, MSF ha inoltre predisposto presidi sanitari mobili per fornire assistenza. MSF, inoltre, mette a disposizione ambulatori mobili nelle aree di Kulbus e Birak, zone di confine con il Sudan.
Il Darfur: un grido di dolore ignorato
Il rapporto “Voci dal Sud Darfur” di MSF denuncia la devastazione causata dalla guerra civile in Sudan, che ha portato al collasso del sistema sanitario e a una risposta internazionale inadeguata. La violenza dilagante ha interrotto l’accesso ai servizi sanitari di base, con strutture distrutte, personale sanitario in fuga e forniture mediche insufficienti.
Tra gennaio 2024 e marzo 2025, MSF ha fornito assistenza a 659 persone sopravvissute ad aggressioni sessuali. La violenza ha anche interrotto l’accesso ai campi e alle fonti di reddito, causando una grave crisi alimentare. Nello stesso arco di tempo, i programmi di MSF nel Sud Darfur hanno fornito assistenza a più di 10.000 bambini con meno di 5 anni affetti da malnutrizione acuta e offerto cure nutrizionali a migliaia di donne in stato di gravidanza o durante l’allattamento.
Le comunità locali stanno cercando di far fronte alla situazione, condividendo il cibo e sostenendo le iniziative locali. MSF ha supportato queste iniziative, gestendo cucine comunitarie, offrendo pasti ai bambini delle scuole e supportando i presidi sanitari gestiti da volontari.
Verso un futuro incerto: la necessità di un impegno globale
La crisi umanitaria al confine tra Ciad e Sudan è una sfida complessa che richiede un impegno globale. La mancanza di finanziamenti e la limitata distribuzione degli aiuti ostacolano gli sforzi per fornire assistenza adeguata ai rifugiati. La comunità internazionale deve agire con urgenza per garantire che queste persone vulnerabili ricevano il supporto di cui hanno bisogno per sopravvivere e ricostruire le loro vite.
Riflessioni conclusive: Innovazione e resilienza nel settore farmaceutico umanitario
Nel contesto di crisi umanitarie come quella che stiamo osservando tra Ciad e Sudan, l’innovazione farmaceutica e i modelli di business ad essa correlati assumono un’importanza cruciale. Un approccio innovativo* potrebbe consistere nello sviluppo di farmaci e vaccini termostabili, che non richiedano la catena del freddo per la conservazione, facilitandone la distribuzione in aree remote e con infrastrutture limitate.
Un business case farmaceutico avanzato potrebbe prevedere la creazione di partnership tra aziende farmaceutiche, organizzazioni non governative (ONG) e agenzie governative per la produzione e la distribuzione di farmaci essenziali a prezzi accessibili o addirittura gratuiti per le popolazioni colpite da crisi. Questo modello potrebbe includere anche programmi di formazione per il personale sanitario locale, al fine di garantire un uso corretto e sicuro dei farmaci.
La resilienza del settore farmaceutico umanitario, in questo scenario, si misura dalla capacità di adattarsi rapidamente alle mutevoli esigenze delle popolazioni colpite, sviluppando soluzioni innovative e sostenibili che vadano oltre la semplice fornitura di farmaci. Si tratta di costruire un sistema integrato che promuova la salute e il benessere a lungo termine, affrontando le cause profonde delle crisi e rafforzando le capacità locali.
In definitiva, la crisi tra Ciad e Sudan ci invita a riflettere sul ruolo cruciale dell’innovazione e della collaborazione nel settore farmaceutico umanitario, e sulla necessità di un impegno costante per garantire che le cure mediche raggiungano chi ne ha più bisogno, ovunque si trovi.