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Epatiti virali: la strategia italiana per l’eradicazione è efficace?

Il 28 luglio si celebra la giornata mondiale contro le epatiti. Le società scientifiche lanciano un appello per intensificare vaccinazioni e screening, ma i dati post-Covid sollevano dubbi sul raggiungimento degli obiettivi.
  • Epatite C: eradicabile nel 95% dei casi con terapie efficaci.
  • Trattati 275.502 pazienti per l'epatite C al 30 giugno 2025.
  • Nel 2024, il 37,6% dei contagi da Epatite A da molluschi crudi.
  • 189 episodi di epatite B acuta nel 2024, in aumento.

Il 28 luglio 2025, in occasione della Giornata Mondiale delle Epatiti, le principali società scientifiche italiane, tra cui l’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF) e la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), lanciano un appello urgente per intensificare le campagne di vaccinazione e screening per le epatiti virali. Queste infezioni, spesso silenziose, continuano a rappresentare una seria minaccia per la salute pubblica, con conseguenze potenzialmente fatali se non diagnosticate e trattate tempestivamente. L’obiettivo primario è quello di “far emergere il sommerso”, ovvero identificare le persone che convivono con l’infezione senza saperlo, e avviare rapidamente i percorsi di cura.

Epatite C: Eradicazione Possibile, Ma Servono Sforzi Concentrati

L’epatite C rappresenta una sfida particolare. Grazie a terapie altamente efficaci, in grado di eradicare il virus in oltre il 95% dei casi, l’eliminazione dell’infezione è teoricamente possibile. Tuttavia, i dati AIFA post-COVID indicano che, nonostante una media di circa 12.000 trattamenti all’anno, il ritmo attuale non è sufficiente per raggiungere l’obiettivo di eliminazione del virus dall’Italia entro il 2030, come auspicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Il programma nazionale di screening gratuito, rivolto ai nati tra il 1969 e il 1989, rappresenta un’opportunità cruciale, ma necessita di un maggiore impegno da parte delle regioni per garantire che le persone risultate positive vengano effettivamente avviate al trattamento. Al 30 giugno 2025, il numero totale di pazienti trattati per l’eradicazione dell’epatite C ammontava a 275.502, un incremento rispetto ai 264.678 del 1° luglio 2024.

Il Prof. Giacomo Germani, Segretario AISF, sottolinea il rischio che le persone con infezione asintomatica arrivino alla diagnosi troppo tardi, quando il danno epatico è già avanzato. Il Prof. Nicola Coppola, infettivologo SIMIT, auspica l’estensione delle fasce anagrafiche incluse nei programmi di screening e il rinnovo dei fondi per queste attività.

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Epatiti A, B e Delta: Rischi e Opportunità

Epatite A: Il rischio di contagio può aumentare durante l’estate, a causa del consumo di alimenti a rischio o viaggi in Paesi endemici. I dati SEIEVA del 2024 rivelano che i principali fattori di rischio sono l’ingestione di molluschi bivalvi non adeguatamente cotti o crudi (37,6%) e il consumo di frutti di bosco (21,6%).
Epatite B: L’Italia si distingue positivamente grazie all’introduzione della vaccinazione obbligatoria nel 1991, che ha determinato un calo significativo dei nuovi casi tra i più giovani. Nondimeno, la circolazione del virus persiste tra la popolazione anziana e tra coloro nati in nazioni prive di una vaccinazione sistematica. Nel 2024, sono stati rilevati 189 episodi di epatite B acuta, un aumento rispetto ai 153 dell’anno precedente, il 2023.
*Epatite Delta: Questa forma di epatite può colpire esclusivamente pazienti affetti da HBV ed è particolarmente insidiosa, con un rischio elevato di progressione verso cirrosi e epatocarcinoma. Alla luce della disponibilità di nuove terapie, è perciò essenziale che i pazienti con epatite B vengano sempre sottoposti al test per l’HDV.

Verso un Futuro Seno Epatiti: Un Impegno Collettivo

La lotta contro le epatiti virali richiede un impegno collettivo, che coinvolga istituzioni, operatori sanitari e cittadini. È fondamentale promuovere la consapevolezza, facilitare l’accesso ai test di screening e garantire un rapido avvio al trattamento per le persone infette. L’iniziativa promossa dal Policlinico Gemelli e dal Campus Bio-Medico di Roma, con il patrocinio di AISF, rappresenta un esempio concreto di come avvicinare la scienza alla popolazione e favorire la prevenzione.

L’innovazione farmaceutica gioca un ruolo cruciale in questo scenario. Lo sviluppo di terapie sempre più efficaci e tollerabili ha trasformato l’epatite C da malattia cronica a condizione curabile. Questo successo dimostra il potenziale della ricerca scientifica nel migliorare la salute pubblica e nel ridurre il carico di malattie infettive.

Un business case farmaceutico di successo nel campo delle epatiti virali si basa su diversi fattori chiave:
1. Ricerca e sviluppo di farmaci innovativi: investire in terapie che offrano un vantaggio significativo rispetto alle opzioni esistenti.
2. Accesso al mercato: garantire che i farmaci siano accessibili ai pazienti che ne hanno bisogno, attraverso politiche di prezzo appropriate e programmi di screening efficaci.
3. Collaborazione con le istituzioni: lavorare a stretto contatto con le autorità sanitarie per sviluppare linee guida e programmi di prevenzione e trattamento.

In sintesi, l’eradicazione delle epatiti virali è un obiettivo ambizioso ma raggiungibile, che richiede un impegno costante e una visione strategica.

Se volessimo guardare la questione da un punto di vista più ampio, potremmo dire che l’innovazione farmaceutica non è solo una questione di sviluppo di nuovi farmaci, ma anche di ripensare i modelli di business e di collaborazione tra i diversi attori del sistema sanitario. Immagina un futuro in cui la prevenzione e la diagnosi precoce siano integrate in un sistema di cura personalizzato, in cui i pazienti siano attivamente coinvolti nel processo decisionale e in cui la tecnologia giochi un ruolo chiave nel monitoraggio e nella gestione delle malattie. Questo è il futuro che possiamo costruire insieme, un futuro in cui le epatiti virali siano solo un ricordo del passato.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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