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Epatite: perché non stiamo sconfiggendo il virus?

Nonostante terapie efficaci, l'epatite virale resta una minaccia globale. Scopri perché i numeri non migliorano e cosa si può fare per raggiungere l'obiettivo OMS 2030.
  • Epatite C: solo il 95% dei casi viene eradicato.
  • Stanziati 71,5 milioni di euro per lo screening nel 2020.
  • 189 casi di epatite B acuta registrati nel 2024.
  • In Europa 50.000 decessi evitabili ogni anno per epatite.

Le epatiti virali continuano a rappresentare una sfida significativa per la salute pubblica globale, con milioni di persone affette in tutto il mondo. In occasione della Giornata Mondiale contro l’Epatite, il 28 luglio 2025, diverse iniziative e allarmi sono stati lanciati per sensibilizzare l’opinione pubblica, promuovere lo screening e migliorare l’accesso ai trattamenti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha ribadito l’urgenza di accelerare gli sforzi per <a class="crl" target="_blank" rel="nofollow" href="https://www.sanitainformazione.it/giornata-mondiale-dellepatite-oms-eliminare-il-virus-per-fermare-cirrosi-e-cancro-al-fegato/”>eliminare l’epatite virale come minaccia per la salute pubblica entro il 2030, un obiettivo ambizioso che richiede un impegno coordinato a livello globale.

L’Epatite C: Un’Emergenza Sommersa

Nonostante l’esistenza di terapie efficaci in grado di eradicare il virus dell’Epatite C in oltre il 95% dei casi, si stima che in Italia oltre 200.000 persone convivano con l’infezione senza saperlo. Il programma nazionale di screening gratuito, rivolto ai nati tra il 1969 e il 1989, rappresenta un’opportunità cruciale per far emergere questo sommerso. Nel 2020, sono stati stanziati *71,5 milioni di euro per questo programma, ma è necessario un maggiore impegno da parte delle regioni per intercettare i pazienti e garantire loro l’accesso alle cure.
Secondo i
dati forniti dall’AIFA, al 1° luglio 2024, il numero di pazienti che avevano iniziato il percorso terapeutico per eliminare il virus dell’Epatite C era di 264.678, cifra che è salita a 275.502 entro il 30 giugno 2025. Questo indica un notevole avanzamento, con una media di circa 12.000 trattamenti all’anno nel periodo post-COVID, sebbene tale ritmo non sia sufficiente a raggiungere l’obiettivo di eliminare l’infezione entro il 2030.

Il pericolo maggiore è che gli individui con un’infezione silente scoprano la patologia solo quando il fegato è già seriamente compromesso, avendo sviluppato cirrosi o un epatocarcinoma. Per questa ragione, è indispensabile potenziare la rete di rilevamento e la connessione alle cure, affinché una diagnosi precoce si traduca rapidamente nell’inizio della terapia.

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Epatite B e Delta: Sfide e Opportunità

Nel campo dell’Epatite B, l’Italia si distingue come modello positivo grazie all’introduzione della vaccinazione obbligatoria nel 1991, che ha comportato una drastica diminuzione dei nuovi contagi tra le fasce più giovani. Tuttavia, la diffusione del virus persiste tra gli anziani e tra coloro nati in nazioni prive di un programma vaccinale sistematico. Nel 2024, il sistema SEIEVA dell’Istituto Superiore di Sanità ha registrato 189 casi di epatite B acuta, in crescita rispetto ai 153 rilevati nel 2023.

L’Epatite Delta, che può colpire solo pazienti affetti da HBV, è particolarmente insidiosa e aggressiva, con un rischio elevato di progressione verso cirrosi e epatocarcinoma. In Italia, si stimano 6.200 persone HDV RNA positive. È quindi cruciale che i pazienti con epatite B siano sempre testati per HDV, soprattutto vista la disponibilità di nuove terapie come il Bulevirtide, che ha mostrato risultati incoraggianti nella riduzione della carica virale e dei marcatori biochimici.

L’Allarme dell’Ecdc e l’Impegno dell’OMS

Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha lanciato un allarme, sottolineando che in Europa circa cinque milioni di persone convivono con un’infezione cronica da virus dell’epatite B o C, ma la maggior parte di loro ne è inconsapevole. In particolare, si calcolano 3,2 milioni di casi di epatite B e 1,8 milioni di epatite C; di questi, oltre il 65% degli individui affetti da epatite B e il 62% di quelli con epatite C non ha ricevuto una diagnosi e, di conseguenza, non ha accesso alle terapie adeguate.
L’Ecdc stima che le infezioni croniche da epatite causino ogni anno circa 50.000 decessi evitabili in Europa, con 15.000 morti attribuibili all’epatite B e 35.000 all’epatite C.
Un ulteriore motivo di preoccupazione è l’incremento dei tumori al fegato correlati a queste infezioni.

L’OMS ha classificato l’Epatite D come cancerogena per l’uomo, proprio come l’epatite B e C. L’epatite D, che si manifesta esclusivamente in individui già infetti dal virus dell’epatite B, presenta un rischio di sviluppare il cancro al fegato tra 2 e 6 volte superiore rispetto alla sola infezione da epatite B*.

Verso un Futuro Senza Epatiti: Una Riflessione Conclusiva

L’eradicazione delle epatiti virali entro il 2030 è un obiettivo ambizioso, ma raggiungibile. Richiede un impegno coordinato a livello globale, con investimenti mirati in screening, vaccinazioni e accesso alle cure. È fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce, superando le barriere culturali e sociali che ostacolano l’accesso ai servizi sanitari.

L’innovazione farmaceutica gioca un ruolo cruciale in questo scenario. Lo sviluppo di terapie sempre più efficaci e tollerabili, come i farmaci antivirali ad azione diretta per l’Epatite C e il Bulevirtide per l’Epatite Delta, offre nuove speranze per i pazienti affetti da queste patologie. Tuttavia, è necessario garantire che queste terapie siano accessibili a tutti, indipendentemente dal loro status socio-economico o dalla loro provenienza geografica.

Un business case farmaceutico moderno deve necessariamente includere una forte componente di responsabilità sociale, con un impegno a garantire l’accesso equo alle cure e a promuovere la prevenzione delle malattie. Le aziende farmaceutiche, le istituzioni sanitarie e i governi devono collaborare per creare un sistema sanitario più equo e sostenibile, in grado di proteggere la salute di tutti i cittadini.

Ora, immagina di essere un ricercatore farmaceutico. Hai dedicato anni della tua vita allo studio delle epatiti virali, alla ricerca di nuove terapie in grado di sconfiggere queste malattie. Hai visto i progressi compiuti negli ultimi anni, ma anche le sfide che ancora rimangono. Cosa faresti per accelerare l’eliminazione delle epatiti virali entro il 2030? Quali strategie adotteresti per sensibilizzare l’opinione pubblica, promuovere lo screening e garantire l’accesso alle cure? La risposta a queste domande potrebbe fare la differenza nella vita di milioni di persone in tutto il mondo.

Una nozione base di innovazione farmaceutica correlata al tema principale dell’articolo è che lo sviluppo di farmaci antivirali ad azione diretta (DAA) ha rivoluzionato il trattamento dell’epatite C, portando a tassi di guarigione superiori al 95%. Una nozione avanzata è che la ricerca si sta concentrando sullo sviluppo di terapie combinate per l’epatite B e D, che spesso coesistono e sono più difficili da trattare.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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