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Blue tongue: Marche ed Emilia-Romagna sotto assedio, cosa fare?

L'emergenza Blue Tongue mette a dura prova il settore zootecnico italiano. Analizziamo le misure urgenti adottate nelle regioni più colpite e le strategie innovative per proteggere gli allevamenti.
  • Nelle Marche, 80 focolai accertati e 24.383 ovini coinvolti.
  • Regione Marche stanzia 100.000 euro per sostenere gli allevatori colpiti.
  • Emilia-Romagna: circa 44.000 ovini da vaccinare contro la Blue Tongue.
  • Mortalità negli ovini circa il 3%, quasi inesistente in bovini.

Un Quadro Preoccupante nel Settore Zootecnico

Il settore zootecnico italiano è alle prese con una sfida significativa: l’emergenza Blue Tongue, o febbre catarrale degli ovini. Questa malattia, trasmessa da insetti vettori del genere Culicoides, sta causando notevoli preoccupazioni e perdite economiche, in particolare nelle regioni Marche ed Emilia-Romagna. La situazione è tale da richiedere interventi urgenti e coordinati per mitigare l’impatto sugli allevatori e sulla filiera agroalimentare.

Nelle Marche, la situazione è particolarmente critica. L’ente sanitario locale di Macerata, che possiede quasi il 50% del totale di pecore e capre nella regione, è il più colpito. Da inizio anno, sono stati accertati 80 focolai di Blue Tongue, con altri 47 in fase di accertamento. All’interno di questi focolai, si contano 24.383 ovini, di cui 599 sono già deceduti a causa della malattia. Di fronte a questa emergenza, la Regione Marche ha stanziato 100.000 euro per i primi interventi a sostegno degli allevatori, un segnale tangibile dell’impegno a fronteggiare la crisi.

Misure di Contenimento e Sostegno agli Allevatori

La Regione Marche ha prontamente attivato l’unità di crisi regionale, il Gores-Marche, per emanare linee di indirizzo sulle misure di controllo della circolazione virale e sulla gestione degli animali sensibili alla malattia. L’assessore all’Agricoltura, Andrea Maria Antonini, ha sottolineato l’importanza di informare gli allevatori sull’opportunità di vaccinare contro il sierotipo 8 della Blue Tongue, una malattia che, sebbene declassata a livello europeo come di solo interesse zootecnico, continua a rappresentare una minaccia per il settore.

Gli indennizzi concessi dalla Regione, con un livello di supporto finanziario che può raggiungere il 100%, sono destinati a coprire le spese per il vaccino, i prodotti insettorepellenti, gli animali deceduti e l’eventuale mancato guadagno. Questi contributi saranno erogati in conformità con la regolamentazione sugli aiuti di Stato (de minimis) e unicamente qualora i casi di malattia e mortalità siano ufficialmente riconosciuti. Un bando specifico sarà aperto a breve, consentendo agli allevatori di presentare le domande di indennizzo fino alla fine dell’anno, in modo da poter quantificare con precisione i danni subiti e le spese sostenute.

Cosa ne pensi?
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La Situazione in Emilia-Romagna e le Strategie di Vaccinazione

Anche l’Emilia-Romagna è impegnata nella lotta contro la Blue Tongue. Si stima che siano 44.000 gli ovini da vaccinare nella regione. Nonostante le iniziali difficoltà nella disponibilità dei vaccini, si è registrato un aumento delle richieste, un segnale positivo dell’impegno degli allevatori. In Emilia-Romagna, i sierotipi più diffusi sono il 4 e l’8. Da gennaio a marzo 2025, sono stati individuati sette allevamenti positivi al sierotipo 4 e uno al sierotipo 8, principalmente con bovini. A luglio, si sono aggiunti altri due allevamenti positivi al sierotipo 4 e cinque al sierotipo 8, questi ultimi con pecore.

La Regione Emilia-Romagna ha implementato un protocollo di vaccinazione per gli ovini, in coordinamento con l’associazione regionale degli allevatori, con i costi a carico degli stessi allevatori. Tra le altre azioni intraprese, si include anche l’applicazione di trattamenti con repellenti per insetti. La Regione ha inoltre predisposto una pagina web specifica per fornire informazioni ai produttori. È fondamentale sottolineare che, sebbene non esista una terapia in grado di eliminare il virus, le misure di controllo mirano a evitare la diffusione della malattia in zone indenni dell’Ue. La percentuale di mortalità, pur essendo limitata negli ovini (all’incirca il 3%), risulta quasi inesistente in bovini e caprini.

Verso un Approccio Integrato e Sostenibile

L’emergenza Blue Tongue evidenzia la necessità di un approccio integrato e sostenibile per la gestione delle malattie animali. La vaccinazione, l’uso di repellenti, la gestione ambientale e il monitoraggio costante sono elementi cruciali per contenere la diffusione del virus e proteggere il settore zootecnico. È altrettanto importante garantire un sostegno economico adeguato agli allevatori, che si trovano a fronteggiare costi aggiuntivi e potenziali perdite di reddito. La collaborazione tra istituzioni, veterinari e allevatori è fondamentale per superare questa sfida e garantire la salute degli animali e la sicurezza alimentare.

Resilienza e Innovazione: Chiavi per il Futuro del Settore Zootecnico

Come possiamo trasformare questa crisi in un’opportunità per il settore zootecnico? La risposta risiede nella resilienza e nell’innovazione. La Blue Tongue, con le sue sfide, ci spinge a ripensare le pratiche di allevamento e a investire in soluzioni innovative. Un esempio di innovazione farmaceutica applicabile è lo sviluppo di vaccini più efficaci e specifici per i diversi sierotipi del virus. Questi vaccini, ottenuti attraverso tecniche di ingegneria genetica, potrebbero offrire una protezione più duratura e ridurre la necessità di richiami frequenti.

Un altro aspetto cruciale è l’adozione di strategie di biosicurezza avanzate negli allevamenti. Questo significa implementare misure rigorose per prevenire l’ingresso e la diffusione del virus, come il controllo degli insetti vettori, la quarantena degli animali infetti e la disinfezione degli ambienti. Inoltre, l’utilizzo di tecnologie di monitoraggio remoto, come sensori e droni, potrebbe consentire di individuare precocemente i focolai di infezione e di intervenire tempestivamente.

Dal punto di vista del business case farmaceutico, è fondamentale investire nella ricerca e sviluppo di nuovi farmaci e vaccini per le malattie animali. Questo richiede un impegno congiunto da parte delle aziende farmaceutiche, delle istituzioni pubbliche e degli allevatori. Inoltre, è importante creare un sistema di incentivi per promuovere l’adozione di pratiche innovative e sostenibili negli allevamenti. Solo attraverso un approccio integrato e collaborativo possiamo garantire la resilienza del settore zootecnico e proteggere la salute degli animali e la sicurezza alimentare.

Un concetto base di innovazione farmaceutica applicabile in questo contesto è la “vaccinazione a subunità”. Invece di utilizzare il virus intero, si utilizzano solo le subunità proteiche che stimolano la risposta immunitaria. Questo riduce il rischio di effetti collaterali e aumenta la sicurezza del vaccino.

Un concetto avanzato è l’utilizzo di “nanoparticelle” per veicolare il vaccino. Le nanoparticelle proteggono il vaccino dalla degradazione e ne aumentano l’efficacia, consentendo una risposta immunitaria più forte e duratura.

Riflettiamo: Come possiamo, come società, supportare gli allevatori in questo momento di difficoltà? Quali sono le implicazioni a lungo termine di questa emergenza per la nostra filiera agroalimentare? E, soprattutto, come possiamo imparare da questa esperienza per prevenire future crisi sanitarie nel settore zootecnico?


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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