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- 1 su 6 infezioni mostra resistenza agli antibiotici nel 2023.
- Oltre il 40% dei farmaci ha perso efficacia dal 2018.
- In Italia, 10.000 decessi all'anno causati dai superbatteri.
Una Minaccia Globale
Il panorama sanitario mondiale è sempre più minacciato dall’aumento esponenziale dell’antibiotico-resistenza (AMR). Un recente rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il Global Antibiotic Resistance Surveillance System (GLASS) report 2025, ha rivelato dati allarmanti raccolti da 104 Paesi, basati sull’analisi di oltre 23 milioni di infezioni batteriche. I risultati indicano che nel 2023, circa una infezione su sei mostrava resistenza agli antibiotici. Questo fenomeno, in crescita esponenziale, rischia di vanificare i progressi della medicina moderna.
*Nel quinquennio tra il 2018 e il 2023, è stato notato che oltre il 40% dei farmaci antimicrobici più diffusi ha smarrito la propria efficacia nel combattere patologie comuni, quali quelle che affliggono il sistema urinario, la circolazione sanguigna, l’apparato digerente e le malattie a trasmissione sessuale. La velocità di diffusione di questi superbatteri varia a livello globale, con le percentuali più elevate riscontrate nel Sud-est asiatico e nella regione del Mediterraneo orientale, dove un’infezione batterica su tre è resistente agli antibiotici. Questo dato è il doppio della media globale e tre volte superiore rispetto ai dati registrati in Europa e nel Pacifico occidentale.

Le Infezioni Urinarie e l’Uso Improprio di Antibiotici in Italia
In Italia, il problema dell’antibiotico-resistenza è particolarmente evidente nel trattamento delle infezioni delle vie urinarie (IVU). Con oltre 750.000 casi all’anno e un aumento del 18% annuo, l’uso improprio di antibiotici in urologia contribuisce in modo significativo alla crisi dell’AMR. Il presidente della Società Italiana di Urologia, Giuseppe Carrieri, ha evidenziato come fino a 4 pazienti su 10 utilizzino antibiotici in modo inappropriato, spesso ricorrendo all’autogestione a causa della natura recidivante di queste infezioni.
L’autogestione e l’uso di antibiotici “fai-da-te” sono pratiche pericolose. L’assunzione di antibiotici non necessari o inadatti non solo non risolve l’infezione, ma contribuisce allo sviluppo di resistenze. Carrieri sottolinea l’importanza di consultare un medico e di eseguire un esame delle urine per determinare la presenza e il tipo di infezione batterica. L’uso di antinfiammatori, una buona idratazione e la regolarizzazione dell’intestino possono alleviare i sintomi in attesa dei risultati degli esami.
La resistenza agli antibiotici in urologia è in aumento, con il 30-50% dei ceppi di Escherichia coli (il principale responsabile delle IVU) resistente a farmaci comuni come trimetoprim-sulfametossazolo e il 20-30% resistente ai fluorochinoloni. Il quadro clinico si complica ulteriormente per gli individui ricoverati in ospedale e quelli che fanno uso di cateteri urinari, i quali manifestano una maggiore vulnerabilità alle infezioni causate da batteri resistenti a molteplici farmaci.
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I Superbatteri: Una Minaccia Crescente
Il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva all’Università degli Studi di Milano, avverte che l’antimicrobico-resistenza potrebbe causare quasi 40 milioni di decessi entro il 2050. In Italia, i superbatteri sono già responsabili di circa 10.000 decessi all’anno. Pregliasco sottolinea l’importanza di agire immediatamente per contrastare questa minaccia, identificando i batteri ESKAPE (come gli Enterococcus e lo Staphylococcus aureus, la Klebsiella pneumoniae, l’Acinetobacter baumannii, lo Pseudomonas aeruginosa e gli Enterobacter) come i più pericolosi.
Questi microrganismi, resistenti a molteplici antibiotici, rappresentano una grave minaccia per la salute pubblica, soprattutto negli ospedali e nei luoghi di cura dove si trovano pazienti fragili e vulnerabili. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stilato un elenco di tredici agenti patogeni critici, ripartiti in tre fasce di rischio: priorità massima, alta e media.* Tra quelli a priorità assoluta figurano Acinetobacter, Pseudomonas ed Enterobacteriaceae, responsabili di infezioni gravi come polmoniti e setticemie.
Pregliasco evidenzia la necessità di accelerare la diagnostica molecolare per identificare rapidamente i patogeni responsabili delle infezioni e consentire trattamenti mirati. Inoltre, sottolinea l’importanza di proteggere il microbiota intestinale, che svolge un ruolo cruciale nella difesa immunitaria.
Strategie per Combattere l’Apocalisse Antibiotica: Un Approccio Multidisciplinare
Per contrastare l’apocalisse antibiotica, è necessario un approccio multidisciplinare che coinvolga istituzioni, aziende farmaceutiche, allevatori, farmacisti, medici e pazienti. Le istituzioni devono monitorare la situazione e finanziare la ricerca, le aziende farmaceutiche devono investire nello sviluppo di nuovi antibiotici, gli allevatori devono utilizzare gli antibiotici in modo responsabile, i farmacisti devono fornire informazioni corrette ai cittadini, i medici devono prescrivere gli antibiotici solo quando necessario e i pazienti devono seguire scrupolosamente le prescrizioni mediche, evitando il fai-da-te.
Un aspetto spesso sottovalutato è il ruolo dei vaccini nella prevenzione delle infezioni e nella riduzione dell’uso inappropriato di antibiotici. La vaccinazione contro l’influenza, lo pneumococco, il meningococco, il morbillo e il fuoco di Sant’Antonio può prevenire sovrainfezioni batteriche e ridurre la necessità di terapie antibiotiche.
Verso un Futuro Senza Antibiotici Efficaci? Riflessioni e Prospettive
Siamo di fronte a una sfida epocale. La resistenza agli antibiotici non è solo un problema medico, ma una questione che tocca la nostra società nel profondo. La capacità di curare infezioni, un tempo considerate banali, è a rischio. Ma cosa possiamo fare concretamente?
Innanzitutto, è fondamentale comprendere che l’innovazione farmaceutica non è solo una questione di ricerca e sviluppo di nuove molecole. È un processo complesso che coinvolge la comprensione dei meccanismi di resistenza, lo sviluppo di nuovi approcci diagnostici e terapeutici, e la promozione di un uso responsabile degli antibiotici esistenti.
Una nozione base di innovazione farmaceutica applicabile a questo tema è l’importanza della antibiotic stewardship. Si tratta di un insieme di strategie volte a ottimizzare l’uso degli antibiotici, riducendo le prescrizioni inappropriate e promuovendo l’uso di farmaci a spettro ristretto quando possibile. Questo approccio non solo contribuisce a rallentare lo sviluppo di resistenze, ma può anche migliorare l’outcome clinico dei pazienti.
A un livello più avanzato, l’innovazione farmaceutica può concentrarsi sullo sviluppo di terapie alternative agli antibiotici tradizionali. Queste terapie possono includere l’uso di batteriofagi (virus che infettano i batteri), anticorpi monoclonali, o nuove molecole che agiscono su meccanismi diversi da quelli degli antibiotici convenzionali.
Ma l’innovazione non si ferma alla ricerca di nuove molecole. È necessario un cambiamento culturale, una maggiore consapevolezza da parte di tutti gli attori coinvolti, dai medici ai pazienti, sull’importanza di un uso responsabile degli antibiotici.
Riflettiamo: quante volte abbiamo chiesto al nostro medico un antibiotico per un semplice raffreddore? Quante volte abbiamo interrotto la terapia antibiotica non appena ci siamo sentiti meglio? Ogni nostra azione, anche la più piccola, può fare la differenza nella lotta contro l’antibiotico-resistenza. Il futuro della nostra salute dipende da questo.







