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- Nel 2019, quasi 5 milioni di decessi associati all'antibiotico-resistenza.
- In Italia, 11.000 decessi annuali sono legati a questo fenomeno.
- Previsti 450.000 decessi nel 2050 e costo di 1,3 miliardi.
Modelli di Business delle Farmacie e Ruolo dei Farmacisti
Analisi dell’Overprescribing di Antibiotici: Modelli di Business delle Farmacie e Ruolo dei Farmacisti
L’emergenza silenziosa: antibiotico-resistenza e modelli farmaceutici
L’antibiotico-resistenza (AMR) emerge come una minaccia globale, una “pandemia silenziosa” secondo alcuni esperti, che rischia di riportare l’umanità a un’era pre-antibiotica, dove infezioni comuni potrebbero diventare letali. Il fenomeno, accelerato dall’uso improprio e dall’abuso di antibiotici, ha raggiunto dimensioni allarmanti: nel 2019, quasi 5 milioni di decessi sono stati associati all’AMR, con 1,27 milioni direttamente attribuibili alla resistenza agli antibiotici. L’italia, purtroppo, si distingue negativamente in questo scenario, registrando un terzo dei decessi europei causati dalla resistenza agli antibiotici. Le stime indicano che, nel nostro paese, ben 11.000 decessi annuali sono legati a questo fenomeno, con una potenziale crescita fino a 450.000 nel 2050 e si prevede un costo per il Servizio Sanitario Nazionale pari a 1,3 miliardi di euro.
Parallelamente, il modello di business delle farmacie moderne introduce una variabile complessa nell’equazione. Se da un lato, le farmacie rappresentano un presidio sanitario fondamentale e facilmente accessibile alla popolazione, dall’altro, la loro natura di attività commerciale le espone a logiche di mercato che possono, in alcuni casi, incentivare la vendita di farmaci, inclusi gli antibiotici. Esistono incentivi economici e obiettivi di vendita che potrebbero spingere, seppur involontariamente, a non scoraggiare l’uso di questi farmaci quando non strettamente necessari? La risposta a questa domanda è complessa e richiede un’analisi approfondita delle dinamiche interne al settore farmaceutico.
L’interazione tra la crescente emergenza dell’antibiotico-resistenza e le logiche di business delle farmacie rappresenta una sfida cruciale per la salute pubblica. Comprendere a fondo i meccanismi che regolano questo rapporto è fondamentale per individuare strategie efficaci volte a promuovere un uso più consapevole e responsabile degli antibiotici. La posta in gioco è alta: preservare l’efficacia di questi farmaci salvavita per le generazioni future.
L’ approccio OneHealth promosso a livello internazionale, che considera la salute umana, animale, vegetale e dell’ecosistema come un’unica entità interconnessa, offre una prospettiva utile per affrontare il problema dell’antibiotico-resistenza in modo olistico. Ridurre l’impatto umano sull’ambiente e promuovere la sostenibilità dei sistemi alimentari sono passi fondamentali per limitare la diffusione dei batteri resistenti.

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Il ruolo cruciale dei farmacisti: tra dispensazione e stewardship
Il farmacista, figura professionale centrale nel sistema sanitario, riveste un ruolo cruciale nella gestione e nel controllo dell’uso degli antibiotici. La sua posizione di intermediario tra medico e paziente gli conferisce la responsabilità di garantire una corretta dispensazione dei farmaci, fornendo al contempo informazioni e consigli utili per un utilizzo consapevole e responsabile. Il farmacista non è solo un dispensatore di medicinali, ma un vero e proprio consulente per la salute del paziente.
In questo contesto, il farmacista può contribuire attivamente alla lotta contro l’overprescribing di antibiotici attraverso diverse azioni:
Educazione del paziente: Fornire informazioni chiare e accessibili sull’uso corretto degli antibiotici, sottolineando l’importanza di assumerli solo quando prescritti dal medico e di seguire scrupolosamente le indicazioni terapeutiche. Spiegare, inoltre, che gli antibiotici sono inefficaci contro le infezioni virali, come il raffreddore e l’influenza.
Identificazione di potenziali abusi: Prestare attenzione a richieste inappropriate di antibiotici, come quelle per infezioni virali o per patologie non batteriche. In questi casi, il farmacista può invitare il paziente a consultare il medico per una diagnosi accurata e una terapia adeguata.
Collaborazione con il medico: Segnalare al medico curante eventuali dubbi o perplessità sull’appropriatezza della prescrizione di antibiotici, fornendo informazioni utili sulla storia clinica del paziente e sui farmaci assunti.
Promozione di alternative terapeutiche: Suggerire al paziente rimedi sintomatici o trattamenti non farmacologici per alleviare i sintomi di infezioni lievi, evitando così l’uso non necessario di antibiotici.
Monitoraggio dell’aderenza terapeutica: Verificare che il paziente segua correttamente la terapia antibiotica prescritta, assicurandosi che assuma il farmaco alle dosi e nei tempi indicati dal medico.
Tuttavia, il farmacista si trova spesso a operare in un contesto complesso, caratterizzato da:
Pressione da parte dei pazienti: Molti pazienti, convinti che gli antibiotici siano la soluzione a tutti i mali, esercitano pressioni sui farmacisti affinché dispensino loro questi farmaci anche in assenza di una prescrizione medica.
Mancanza di tempo: Il carico di lavoro elevato e la carenza di personale possono limitare il tempo che il farmacista può dedicare all’educazione del paziente e al monitoraggio dell’uso degli antibiotici.
Assenza di incentivi: Il sistema di remunerazione delle farmacie non prevede incentivi specifici per la promozione di un uso responsabile degli antibiotici.
Per superare queste difficoltà, è necessario rafforzare il ruolo del farmacista nella stewardship antimicrobica, fornendogli gli strumenti e le risorse necessarie per svolgere al meglio la sua funzione di educatore, controllore e promotore di un uso consapevole degli antibiotici. A tal fine, è fondamentale:
Implementare programmi di formazione continua: Offrire ai farmacisti corsi di aggiornamento professionale sull’uso appropriato degli antibiotici e sulla resistenza antimicrobica.
Definire protocolli operativi: Elaborare linee guida chiare e condivise per la dispensazione degli antibiotici, che tengano conto delle specificità di ogni paziente e delle diverse patologie.
Introdurre incentivi economici: Prevedere sistemi di premiazione per le farmacie che si distinguono per la promozione di un uso responsabile degli antibiotici.
Semplificare la comunicazione con i medici: Creare canali di comunicazione efficienti tra farmacisti e medici per la condivisione di informazioni e la segnalazione di potenziali abusi.
Strategie internazionali: modelli virtuosi per un approccio globale
Per affrontare efficacemente la sfida dell’overprescribing di antibiotici, è fondamentale guardare alle esperienze internazionali, individuando modelli virtuosi che possono essere adattati e implementati nel contesto italiano. Diversi paesi hanno adottato strategie innovative per promuovere un uso più responsabile degli antibiotici nelle farmacie, ottenendo risultati significativi.
Tra le best practice internazionali, spiccano:
Programmi di stewardship antimicrobica nelle farmacie: In molti paesi, sono stati implementati programmi specifici per le farmacie, che prevedono la formazione dei farmacisti, la definizione di protocolli operativi e l’adozione di strumenti di monitoraggio dell’uso degli antibiotici. Questi programmi si sono dimostrati efficaci nel ridurre l’overprescribing e nel migliorare l’aderenza alle linee guida terapeutiche. Restrizioni alla dispensazione di antibiotici senza prescrizione medica: In alcuni paesi, la vendita di antibiotici senza ricetta è vietata o fortemente limitata. Questa misura, seppur controversa, si è dimostrata efficace nel ridurre l’uso non necessario di questi farmaci.
Campagne di sensibilizzazione rivolte al pubblico: Molti paesi hanno lanciato campagne di informazione per sensibilizzare i cittadini sui rischi dell’overprescribing di antibiotici e sull’importanza di un uso responsabile. Queste campagne utilizzano diversi canali di comunicazione, come la televisione, la radio, la stampa e i social media, per raggiungere un pubblico ampio e diversificato.
Incentivi economici per i farmacisti: In alcuni paesi, i farmacisti ricevono incentivi economici per la promozione di un uso responsabile degli antibiotici, ad esempio attraverso bonus o premi per la partecipazione a programmi di stewardship antimicrobica. * Collaborazione tra farmacisti e medici: In molti paesi, sono stati creati canali di comunicazione efficienti tra farmacisti e medici per la condivisione di informazioni e la segnalazione di potenziali abusi. Questa collaborazione favorisce un approccio più coordinato e integrato alla gestione degli antibiotici.
Un esempio virtuoso è rappresentato dalla Danimarca, dove è stato implementato un programma nazionale di stewardship antimicrobica che coinvolge attivamente i farmacisti. Il programma prevede la formazione dei farmacisti, la definizione di linee guida per la dispensazione degli antibiotici e l’adozione di strumenti di monitoraggio dell’uso di questi farmaci. Grazie a questo programma, la Danimarca è riuscita a ridurre significativamente l’overprescribing di antibiotici e a contenere la diffusione della resistenza antimicrobica.
Un altro esempio interessante è rappresentato dai Paesi Bassi, dove la vendita di antibiotici senza ricetta è vietata e dove sono state lanciate campagne di sensibilizzazione rivolte al pubblico per informare i cittadini sui rischi dell’overprescribing. Grazie a queste misure, i Paesi Bassi sono uno dei paesi europei con il più basso tasso di consumo di antibiotici.
Questi esempi dimostrano che, attraverso un approccio integrato e coordinato, è possibile ridurre l’overprescribing di antibiotici e proteggere la salute pubblica. È fondamentale che l’Italia si ispiri a questi modelli virtuosi, adattandoli al proprio contesto e implementando strategie efficaci per promuovere un uso più consapevole e responsabile degli antibiotici.
Oltre la cura: verso un nuovo paradigma farmaceutico
L’innovazione farmaceutica, in questo contesto, non si limita alla scoperta di nuove molecole, ma abbraccia anche un approccio più ampio e responsabile alla gestione dei farmaci esistenti. È necessario superare la visione tradizionale della farmacia come semplice dispensatrice di medicinali, per abbracciare un nuovo paradigma in cui il farmacista assume un ruolo attivo nella promozione della salute e nella prevenzione delle malattie.
Un concetto base di innovazione farmaceutica applicabile a questo tema è la stewardship antimicrobica, un insieme di strategie volte a promuovere l’uso appropriato degli antibiotici, riducendo l’overprescribing e contrastando la diffusione della resistenza antimicrobica. La stewardship antimicrobica non è solo una questione di protocolli e linee guida, ma richiede un cambiamento culturale che coinvolga tutti gli attori del sistema sanitario, dai medici ai farmacisti, fino ai pazienti.
Un concetto più avanzato di innovazione farmaceutica è rappresentato dalla farmacia clinica, un modello in cui il farmacista collabora attivamente con il medico e con altri professionisti sanitari per ottimizzare la terapia farmacologica del paziente, tenendo conto delle sue specifiche esigenze e condizioni cliniche. La farmacia clinica non si limita alla dispensazione dei farmaci, ma prevede anche la valutazione della terapia, il monitoraggio degli effetti collaterali e l’educazione del paziente.
In questo scenario in evoluzione, il farmacista diventa un vero e proprio gestore della terapia farmacologica, un professionista in grado di contribuire attivamente al miglioramento della salute del paziente e alla sostenibilità del sistema sanitario.
Ora, fermiamoci un attimo a riflettere: l’antibiotico-resistenza è un problema che ci riguarda tutti da vicino. Ogni volta che assumiamo un antibiotico in modo inappropriato, contribuiamo ad alimentare questo fenomeno, mettendo a rischio la nostra salute e quella delle generazioni future. È importante che ognuno di noi si senta responsabile e adotti comportamenti più consapevoli e responsabili nell’uso degli antibiotici. Consultare sempre il medico prima di assumere un antibiotico, seguire scrupolosamente le sue indicazioni e non interrompere la terapia prima del tempo sono piccoli gesti che possono fare la differenza.







