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- Donanemab rallenta il deterioramento cognitivo e funzionale in 18 mesi.
- In Italia, circa 600.000 persone sono affette da alzheimer.
- Diagnosi precoce massimizza i benefici di terapie come donanemab.
L’Approvazione di Donanemab
L’11 ottobre 2025 segna una data cruciale nel panorama della lotta contro l’Alzheimer. La Commissione Europea ha dato il via libera all’immissione in commercio di donanemab, un farmaco sviluppato da Lilly, aprendo nuove prospettive per i pazienti affetti da questa patologia debilitante. Questo specifico anticorpo è indicato per adulti che si trovano nelle prime fasi sintomatiche del morbo di Alzheimer, comprendendo sia individui con lieve deterioramento cognitivo (MCI) sia quelli con demenza lieve, a condizione che abbiano una patologia amiloide accertata e non siano portatori o siano eterozigoti per l’apolipoproteina E (ApoE4). Questa approvazione rappresenta un punto di svolta, offrendo una speranza concreta per rallentare la progressione della malattia e migliorare la qualità della vita dei pazienti e dei loro caregiver.
Il trattamento interviene direttamente sulle placche amiloidi, ossia agglomerati proteici che si depositano nel cervello e compromettono le facoltà cognitive quali la memoria, le capacità organizzative e l’autosufficienza nelle attività quotidiane. Donanemab mira a rimuovere queste placche, intervenendo direttamente sulla causa della malattia e non solo sui sintomi.
Meccanismo d’Azione e Studi Clinici: Un Approccio Innovativo
L’efficacia di donanemab è stata dimostrata attraverso rigorosi studi clinici, in particolare i Trailblazer-Alz 2 e 6. Questi studi hanno evidenziato che la terapia è in grado di rallentare in modo significativo il deterioramento cognitivo e funzionale, riducendo il rischio che la malattia progredisca verso stadi più avanzati nell’arco di diciotto mesi. Questo risultato è di fondamentale importanza, poiché offre ai pazienti la possibilità di preservare più a lungo le proprie capacità cognitive e l’indipendenza.
Un aspetto cruciale è il regime di dosaggio, basato sullo studio Trailblazer-Alz 6, che prevede una titolazione graduale. Questo approccio ha dimostrato di ridurre l’incidenza di anomalie di imaging correlate all’amiloide con edema/versamento (Aria-E), un potenziale effetto collaterale associato a terapie di questo tipo, pur mantenendo l’efficacia nella rimozione delle placche amiloidi.
Va sottolineato che i portatori del gene ApoE4 presentano un rischio maggiore di sviluppare Aria-E. Pertanto, è fondamentale che i pazienti discutano attentamente con i propri medici eventuali preoccupazioni relative alla sicurezza del trattamento.

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Impatto Clinico e Prospettive Future
L’approvazione di donanemab rappresenta una svolta significativa nella gestione dell’Alzheimer. Come sottolineato da Alessandro Padovani, direttore della Clinica neurologica dell’Università di Brescia e presidente della Società Italiana di Neurologia, questa terapia può aiutare a preservare più a lungo le funzioni cognitive e l’indipendenza dei pazienti, migliorando la loro qualità di vita e quella dei loro caregiver.
In Italia, circa 600.000 individui sono affetti da Alzheimer, e tale cifra è destinata ad aumentare con il progressivo invecchiamento della popolazione. La diagnosi precoce e il trattamento tempestivo sono fondamentali per rallentare la progressione della malattia e massimizzare i benefici di terapie come donanemab. Elias Khalil, presidente e General Manager di Lilly Italy Hub, ha evidenziato come più precocemente i pazienti vengono identificati, diagnosticati e trattati, maggiore sia la risposta al trattamento.
Donanemab: Una Nuova Speranza per i Pazienti Europei
L’approvazione per la commercializzazione di donanemab offre ai pazienti in Europa una inedita opzione terapeutica, infondendo speranza e concedendo loro più tempo da dedicare alle attività quotidiane che considerano più importanti.
Riflessioni sull’Innovazione Farmaceutica e il Futuro della Cura dell’Alzheimer
L’approvazione di donanemab ci porta a riflettere sull’importanza dell’innovazione farmaceutica nel campo delle neuroscienze. Un concetto base da tenere a mente è che lo sviluppo di farmaci come donanemab richiede investimenti significativi in ricerca e sviluppo, nonché una stretta collaborazione tra università, aziende farmaceutiche e istituzioni sanitarie. Questo è un classico esempio di business case farmaceutico moderno, dove il successo dipende dalla capacità di tradurre la ricerca scientifica di base in terapie efficaci e accessibili.
Un concetto più avanzato riguarda la necessità di personalizzare le terapie per l’Alzheimer. Non tutti i pazienti rispondono allo stesso modo ai farmaci, e fattori come la genetica, lo stile di vita e la fase della malattia possono influenzare l’efficacia del trattamento. Il futuro della cura dell’Alzheimer potrebbe quindi risiedere in approcci terapeutici mirati, basati su una profonda comprensione delle caratteristiche individuali di ciascun paziente.
L’approvazione di donanemab è un segnale incoraggiante, ma la strada verso una cura definitiva per l’Alzheimer è ancora lunga. È fondamentale continuare a investire nella ricerca, a promuovere la diagnosi precoce e a sviluppare terapie innovative che possano migliorare la vita dei pazienti e delle loro famiglie. Questa è una sfida che richiede l’impegno di tutti: scienziati, medici, politici e la società nel suo complesso.