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- Il vaccino V116 previene il 76,4% dei casi IPD negli over 64.
- Copertura aggiuntiva del 12,4% rispetto al vaccino PCV20.
- Potenziale risparmio di circa 56 milioni di euro grazie al V116.
il vaccino 21-valente
L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha recentemente confermato e assegnato alla classe CNN il vaccino pneumococcico coniugato 21-valente (V116) prodotto da MSD. Questo provvedimento apre orizzonti inediti nella lotta alla malattia invasiva e alle infezioni polmonari dovute allo Streptococcus pneumoniae. La decisione, ufficialmente pubblicata, rappresenta un passo avanti cruciale nella protezione di adulti e anziani, fasce d’età particolarmente esposte a tali patologie.
Il vaccino V116 è stato concepito specificamente per indurre immunità attiva in soggetti dai 18 anni in su, garantendo una protezione estesa contro ben 21 diversi sierotipi di Streptococcus pneumoniae. Da notare che otto di questi sierotipi (15A, 15C, 16F, 23A, 23B, 24F, 31 e 35B) non sono attualmente inclusi nelle altre formulazioni vaccinali pneumococciche disponibili, aumentando in modo significativo la gamma di protezione.
L’approvazione da parte di AIFA si fonda sui convincenti dati di sicurezza e capacità immunogenica emersi dal programma di studi clinici di Fase 3 denominato STRIDE, dati già positivamente valutati dalla Commissione Europea. Questo vaccino si configura come uno strumento prezioso per la prevenzione, assicurando una protezione mirata e prolungata con una singola dose.
Un’arma in più per la salute degli adulti e degli anziani
Il vaccino pneumococcico coniugato 21-valente (V116) si distingue per essere stato ideato e sviluppato pensando specificamente alla popolazione adulta. Questo approccio mirato è essenziale, poiché gli adulti e gli anziani sono particolarmente esposti al rischio di complicanze gravi derivanti dalle infezioni pneumococciche.
Le più recenti rilevazioni epidemiologiche in Italia indicano che il vaccino V116 può potenzialmente prevenire fino al 76,4% dei casi totali di malattie invasive da pneumococco (IPD) negli adulti con più di 64 anni. Questa copertura aggiunge un ulteriore 12,4% rispetto al vaccino PCV20. È fondamentale specificare che l’efficacia del vaccino si limita ai sierotipi di Streptococcus pneumoniae presenti nella sua composizione e al sierotipo con reattività crociata 15B.
La vaccinazione contro lo pneumococco è offerta gratuitamente alla coorte dei sessantacinquenni (nati nel 1960) e a tutti gli individui con specifiche condizioni mediche a partire dai 18 anni, in linea con le disposizioni del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2023-2025. L’obiettivo primario è raggiungere livelli di copertura vaccinale ottimali in queste fasce della popolazione, riducendo così l’incidenza delle malattie e migliorando la qualità della vita per i soggetti più vulnerabili.
Enrico Di Rosa, presidente della Società Italiana Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (S. It. I), ha espresso l’auspicio che i Servizi Sanitari Regionali rendano disponibile il nuovo vaccino il più rapidamente possibile, in vista dell’imminente campagna di vaccinazione anti-pneumococcica, che abitualmente coincide con quella anti-influenzale.
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L’impatto economico della prevenzione
La prevenzione delle malattie pneumococciche non si limita a migliorare la salute pubblica, ma comporta anche notevoli benefici economici. Caterina Rizzo, professoressa ordinaria di Igiene Generale e Applicata all’Università di Pisa, ha sottolineato come l’impiego del vaccino V116 potrebbe scongiurare oltre 11.000 episodi di malattia pneumococcica, sia invasiva che non, comportando un risparmio complessivo stimato intorno ai 56 milioni di euro. Questo calcolo tiene conto sia dei costi sanitari diretti che di quelli indiretti.
Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (Fimmg), ha evidenziato l’importanza di raggiungere coperture vaccinali adeguate, che al momento sono distanti dall’obiettivo del 75% fissato dalle linee guida. L’approvazione di V116, con la sua modalità di somministrazione unica e la protezione di lunga durata, rappresenta un’occasione cruciale per contrastare queste patologie e potenziare la salute della popolazione adulta e anziana.
Claudio Micheletto, direttore Uoc Pneumologia presso l’Azienda ospedaliera universitaria integrate di Verona e presidente dell’Associazione nazionale pneumologi ospedalieri, ha evidenziato come il nuovo vaccino includa 8 sierotipi unici, assenti in altre formulazioni vaccinali, garantendo una copertura sierotipica pari a un 13% nella popolazione over 64. La concezione di questo approccio personalizzato si è basata sull’analisi dei dati epidemiologici relativi ai sierotipi maggiormente correlati alle malattie invasive e alle polmoniti pneumococciche negli adulti.

Vaccinazione anti-pneumococcica: una strategia vincente per il futuro
L’introduzione del vaccino pneumococcico coniugato 21-valente (V116) segna un’evoluzione significativa nell’approccio alla prevenzione delle malattie pneumococciche. L’approvazione da parte di AIFA e la sua classificazione in classe CNN confermano l’impegno delle autorità sanitarie nel rendere disponibili strumenti innovativi per la tutela della salute pubblica.
Nicoletta Luppi, presidente e amministratrice delegata di MSD Italia, ha sottolineato l’importanza di una stretta collaborazione con le autorità competenti a ogni livello per assicurare che questa innovazione raggiunga rapidamente coloro che ne hanno più bisogno. L’obiettivo primario è prevenire patologie pericolose e offrire una protezione personalizzata alla popolazione adulta e anziana, contribuendo a un miglioramento complessivo della qualità della vita.
La vaccinazione anti-pneumococcica, in particolare con un vaccino avanzato come il V116, si configura come una strategia di successo per il futuro, capace di diminuire il peso delle malattie, migliorare la salute pubblica e generare consistenti risparmi economici. È essenziale la collaborazione tra professionisti sanitari, istituzioni e cittadini per massimizzare i benefici di questa importante innovazione.
Oltre la prevenzione: riflessioni sull’innovazione farmaceutica e i business case
Amici lettori, parliamoci chiaro: l’innovazione farmaceutica non è solo una questione di nuove molecole e vaccini. È un processo complesso che coinvolge ricerca, sviluppo, produzione, distribuzione e, soprattutto, accesso. Nel caso del vaccino anti-pneumococcico 21-valente, vediamo come un approccio mirato alla popolazione adulta e anziana possa fare la differenza, non solo in termini di salute, ma anche di sostenibilità del sistema sanitario.
Nozione base: Un business case farmaceutico di successo non si basa solo sulla vendita di un prodotto, ma sulla sua capacità di generare valore per il paziente, per il sistema sanitario e per l’azienda stessa. Questo significa dimostrare l’efficacia del farmaco, la sua sicurezza, il suo impatto sulla qualità della vita e, non da ultimo, il suo rapporto costo-efficacia.
Nozione avanzata: L’Health Technology Assessment (HTA) è uno strumento fondamentale per valutare il valore di un’innovazione farmaceutica. L’HTA considera non solo l’efficacia clinica, ma anche l’impatto economico, sociale ed etico di una tecnologia sanitaria. Nel caso del vaccino anti-pneumococcico, l’analisi di farmaco-economia citata nell’articolo dimostra come la prevenzione possa generare risparmi significativi, rendendo l’investimento in vaccinazione una scelta strategica per il sistema sanitario.
Ora, vi invito a una riflessione personale: quanto siamo disposti a investire nella prevenzione? Siamo consapevoli del valore della salute e del ruolo che la vaccinazione può svolgere nel proteggerla? E come possiamo contribuire a garantire che le innovazioni farmaceutiche raggiungano chi ne ha più bisogno, in modo equo e sostenibile?